UN LETTO CHE SI MUOVE

UN LETTO CHE SI MUOVE

(Scritto da Sebastien)

 

Scritto giovedì 6 settembre 2018, ore 23:55 sull’InterCityNotte 1963 da Genova alla Sicilia

 

 

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Un letto che si muove… che bella sensazione. Nel 2008 presi il primo treno in cuccetta. Ricordo la sensazione di piacere e di pace nel buio di una notte in cui tu sei a letto ma tutto intorno si muove, come quando ci si sta per addormentare e si inizia a perdere un po’ coscienza. Solo che in questo caso si è svegli e coscienti.

FOTO SCATTATA IN QUEL PRIMO TRENO (NOVEMBRE 2008)

Di viaggi così ne ho fatti tanti ma pochi sono quelli che hanno avuto importanza: sicuramente il primo e certamente anche questo. In questa notte in viaggio provo un senso di pace e tranquillità inesprimibile. Siamo in una cabina a quattro e con noi c’è solo un signore davvero discreto. Abbiamo fatto una chiacchierata prima di dormire. Discorsi in cui mi ritrovo a pieno, racconti di una vita semplice che per lui a suo tempo fu normale ma per noi in questo mondo di caos sarà un privilegio e faremo di tutto per potercelo permettere. Non l’ho mai capito davvero in fondo, mai prima d’ora, che nella vita ho bisogno come necessità primaria pace e tranquillità. La solitudine è un nostro bisogno naturale, il contratto con la terra, se stessi e nient’altro. In queste ore di treni abbiamo attraversato molte città popolose della costa tirrenica. Guardando dal finestrino il silenzio è quasi una sensazione visiva ritmata dal rumore del treno e mi è chiaro che ciò che ci inquina sono il caos, il rumore e le voci, di molti che oggi più che mai sono incuranti dell’altro.
In questi anni fatti di protagonismo in cui basta puntarsi un telefono in faccia per mettersi al centro della propria attenzione, in questi anni in cui tutto è possibile, è possibile disturbare la quiete altrui irrompendo nella vita degli altri, essendo liberi di fare tutto, anche di invadere il campo visivo e uditivo. Mi chiedo a che serve tanto chiasso? Non spetta a me giudicare ma spetta a me scegliere di farne a meno… non sempre, ma in gran parte della nostra vita.

Un treno notturno nel 2008 mi portava fuori casa per la prima volta per capire che solo è possibile e a volte anche bello, lo scorso anno un treno ci portò a sfidare noi stessi e i nostri limiti e oggi questo treno ci porta semplicemente a casa, capendo di volerci stare a modo nostro. Forse questa è la fine dell’ultimo viaggio così, ma è anche l’inizio di una nuova vita e questo treno ne è il testimone.

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